Nella prima lettura di oggi (cfr. 1Gv 3,22 – 4,6) sull’onda lunga dell’inizio di un nuovo anno l’apostolo Giovanni ci richiama l’essenziale: il comandamento dell’amore, la capacità di discernimento e la vittoria sul male.
Israele, nella sua storia plurisecolare, aveva sviluppato una normativa molto elaborata. Erano ben 613 i comandamenti contenuti nelle Scritture ebraiche. Gesù, invece, ama il sistema binario: luce e tenebre, un parlare che sia “sì” e “no”, Dio o “mammona”: credere in Dio e amarsi gli uni gli altri, non c’è altro comandamento o, per dirla meglio, tutti sono contenuti e riassunti in questi due.
Quando si intraprende la via della vita è inevitabile avere a che fare con “spiriti” (ma si può leggere persone) che pretendono di parlare in nome di Dio, e molte volte sono voci tanto suadenti quanto ingannevoli.
La verifica se uno spirito/persona è secondo il cuore di Dio è la professione di fede in Gesù come vero uomo e vero Dio. Non possiamo scindere queste due nature. Ogni sbilanciamento ha sempre prodotto eresie e quindi divisioni.
Infine avere la certezza che in noi abita Colui che è più grande di colui che abita il mondo ci dona la certezza che l’amore vince.