Sabato santo

1749

Lc 24,1-12

Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.

Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».

Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.

Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Gesù è risorto!

La notte del Sabato santo, giorno di grande silenzio, è squarciata dal grido: Gesù è risorto!

Sono tre le donne a mettersi in cammino quel giorno detto “primo della settimana”. Esso richiama il giorno primo della settimana della creazione, il giorno in cui Dio crea la luce. La risurrezione è una nuova creazione.

Le tre donne sono quelle che avevano osservato da lontano «il sepolcro e come sta stato messo il corpo di Gesù». Ora si muovono per ungere con gli olii preparati due giorni prima il corpo di Colui che avevano ascoltato e seguito fin dalla Galilea.

Il narratore per tre volte si sofferma sullo stato delle loro animo. Innanzitutto le donne si interrogano. Il loro viaggio si era concluso con il ritrovamento della pietra rimossa dal sepolcro (v. 2) e con l’appurare la mancanza del cadavere di colui che dovevano ungere (v. 3). Esse, che avevano il giorno prima del sabato osservato come il corpo era stato disposto, adesso ne constatano l’assenza. Tuttavia l’osservazione della tomba vuota non suscita la fede, ma la perplessità.

Davanti all’apparizione dei due uomini in vesti sfolgoranti, il narratore registra un secondo moto interiore: la paura (v. 5). È la tipica reazione umana di spavento di fronte alla manifestazione del mondo divino. Il timore è un sentimento presente in tutti i personaggi di Luca destinatari di rivelazioni dall’alto: Zaccaria (cfr. 1,2), Maria (cfr. 1,29-30), i pastori (cfr. 2,9), gli Undici e gli altri (cfr. 24,37). Il gesto di chinare il volto non è da leggersi come il cadere a terra di chi è atterrito dalla presenza divina (cfr. Gen 17,3; 18,2; Gdc 13,20), piuttosto segnale che le donne hanno riconosciuto la provenienza divina dei messaggeri (cfr. Dn 7,18; 10,15) e compiono un gesto di rispetto liturgico.

Dopo le parole dei due uomini che le interrogano: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!…», le donne si ricordarono delle parole di Gesù. È la terza annotazione. Coloro che non hanno trovato il Gesù che cercavano (il suo cadavere), per mezzo della memoria delle sue parole fanno una ben più profonda scoperta, che conduce non tanto alla tomba, ma all’incontro con «il Vivente».

 

 

 

 

 

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