Testo
Visione d’insieme.
Argomento del salmo 6, come di molti altri, è la sofferenza nella sua dimensione fisica: tremore, febbre, pianto, la vecchiaia, la solitudine la morte. Su questo dato primario e istintivo si innesta un secondo elemento più velato ma altrettanto decisivo: la sofferenza fisica scaturisce dal peccato.
Chiave interpretativa di questo e di molti altri salmi è una legge fondamentale dell’Antico Testamento: la legge della retribuzione. Ogni sofferenza è frutto di una colpa. Nel vangelo di Giovanni i discepoli di Gesù così la sintetizzano parlando del cieco nato: «Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché è nato cieco?» (Gv 9,2).
Probabilmente è questo il motivo per cui il salmista riconosce fin dalle prime battute il suo peccato e si appella all’amore misericordioso di Dio. Jhwh, nel suo ardore, brucia il peccato; è per questo che l’uomo potrà salvarsi solo invocando il perdono e confidando nella misericordia divina. Per queste ragioni il Salmo 6, nella tradizione cristiana, è diventato uno dei sette salmi penitenziali, passando dalla preghiera di un malato alla supplica di un peccatore.