Il Risorto è speranza

Giovedì della settima di Pasqua

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1 commento

  1. Giorno dopo giorno, non è poco conoscere, scoprire, confrontarsi con le origini e l’attualità della relazione dell’uomo a Dio. È proprio il passe-partout per aprire il pensiero nell’oltre della morte dei nostri nomi.
    In primis, Il popolo ebraico ha riconosciuto il limite dell’uomo/padre biologico e, presto presto, si è appropriato della “voce” del Dio unico che, in seguito, il Figlio, Gesù Cristo, ha trasformato in Dio/Padre. Un bomba genetica soprannaturale, che gli uomini hanno soffocato, come continuano a fare, nella morte dell’uomo Gesù.
    Il tempo passato con Dio non si può registrare con i numeri di protocollo della propria identità. Né con tutte le tombe dei Papi che riposano in San Pietro. Che spreco di potere terreno!
    L’identificazione con l’amore di Dio è un percorso di spogliazione dell’amore terreno. Il cimitero dei Frati fa da specchio.
    Credo che il perno su cui continua a ruotare a vuoto la vita dell’uomo di oggi, anche religioso, sia fissato nel potere illusorio della propria potenza ideologico/materiale. “Proprietà Privata”, anche le chiese!
    Povera Gerusalemme, e Roma non è di meno, alla mercé dell’Intelligence. Chi ne esce? Senza la “speranza” del cambiamento di “testa” degli uomini, siamo tutti individui già morti.
    San Paolo dal Cielo ci sorride.
    Buona giornata e grazie,
    Maria Di Bello

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