Aronne

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Aronne è il fratello maggiore di Mosè. È, come lui, membro della tribù di Levi ed è nato in Egitto. Contrariamente a suo fratello è un oratore che sa farsi ascoltare dalle folle. Per questo il Signore lo designa per accompagnare Mosè: «Parlerà lui al popolo per te – dice il Signore a Mosè – Egli sarà la tua bocca». Dio non si accontenta di aggiungere questo aiuto tecnico, va anche oltre: «Io sarò con la tua bocca e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare» (Es 4,15-16).

È esattamente ciò che Cristo dirà agli apostoli: «Non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, mai lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 9,18).

Sommo sacerdote

Quando durante l’Esodo, si costituisce il culto, Aronne diventa il primo sommo sacerdote scelto da Dio stesso. È lui a presiedere le cerimonie e a compiere i sacrifici, accompagnato dai suo quattro figli. Solo i loro discendenti potranno succedergli. Da qui viene la dicitura «casa di Aronne», che nella Bibbia indica la linea sacerdotale, la discendenza dei sacerdoti. Il Salmo 115 canta:

Il Signore si ricorda di noi, ci benedice:
benedice la casa d’Israele,
benedice la casa di Aronne

Aronne occupa un posto molto particolare. Dio lo autorizza ad accompagnare Mosè sul monte Oreb, quando egli si rivela nella sua gloria:

⁹Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani d’Israele. ¹⁰Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffìro, limpido come il cielo. ¹¹Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero (Es 24,9-10).

Il peccato di Aronne

Nel peccato di Israele, quello del Vitello d’oro è coinvolto anche il fratello di Mosè. Aronne si mostra vicino, forse troppo vicino al popolo. Così, quando Mosè si ritira per quaranta giorni e quaranta notti sul monte, gli ebrei si spazientiscono e finiscono per dimenticare i precetti divini. Per questo invocano da Aronne la presenza di un “dio” che cammini alla loro testa, dato che di Mosè non sanno più cosa gli sia accaduto (Es 32,1). Aronne dà al popolo il seguente ordine: «Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie e portateli a me» (Es 32,2). Fa fondere l’oro e ne ottime un vitello. Davanti al vitello di metallo fuso il popolo proclama: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto!» (Es 32,4).

Sul monte, Dio avverte Mosè di questo peccato e minaccia di sterminare il popolo, ma Mosè riesce a calmarlo. Scendendo dal monte con le tavole della Legge che ha appena ricevuto, Mosè trova infatti gli ebrei intenti a celebrare il Vitello d’oro. Il narratore racconta la sua collera, che lo porta a spezzare le tavole della Legge:

¹⁹Allora l’ira di Mosè si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi della montagna. ²⁰Poi afferrò il vitello che avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece bere agli Israeliti (Es 32,19-20).

Il peccato del popolo e di conseguenza di Aronne è non tanto quello di aver rifiutato Dio, ma di averlo ridotto a una effige, fabbricata per mezzo della propria ricchezza, invece di lasciare che Dio «scaturisca» nei loro cuori. Se c’è un’aggravante per Aronne è che egli doveva custodire il popolo sulla retta via, invece si lascia coinvolgere in questo gioco. Invece di guidare il popolo è da esso guidato.

Aronne sacerdote confermato

Ciononostante il Signore confermerà ad Aronne il sacerdozio specialmente contro i leviti ribelli Core, Datan e Abiram, i quali a causa della loro rivolta saranno ingoiati dal terreno (Nm 16), un episodio destinato a servire da monito e deterrente, perché nessuno che non sia discendente di Aronne (cfr. Sal 115,10.12 e 118,3) osi avvicinarsi al Signore.

Per infrangere ogni forma di resistenza, con un segno miracoloso Dio dà prova visibile ed eloquente della elezione di Aronne. Mosè, su ordine di Dio, fa portare nella tenda della convegno dei bastoni, uno per ogni tribù d’Israele, con sopra scritto il nome della rispettiva tribù. Il giorno dopo «il bastone di Aronne per il casato di Levi era fiorito: aveva prodotto germogli, aveva fatto sbocciare fiori e maturato mandorle» (Nm 17,23).

Aronne, come Mosè, non entrerà nella terra promessa perché alle acque di Meriba non mostrò una sufficiente fiducia in Dio (Nm 20,1-13). Aronne muore all’età di 123 anni sul monte Or, ai confini di Edom, dopo aver deposto i paramenti sacerdotali e avere rivestito con essi il figlio Eleazaro.

2 Commenti

  1. Aronne peccò gravemente verso Dio eppure fu privilegiato! La lettura del Vecchio Testamento è problematica! Più volte ho iniziato a leggerlo ma non ho continuato! Gli Ortodossi ne permettono la lettura solo con l’assistenza di un Sacerdote!

  2. Lo stesso si può dire di Pietro nel Nuovo Testamento! La spiegazione credo risieda nell’intimo dell’uomo che solo a Dio è dato scrutare. Noi siamo in grado di valutare le colpe, il peccato, ma non siamo in grado di valutare il pentimento. e Dio ha sempre detto che è un Dio misericordioso. C’è da ritenere che la Misericordia di Dio è correlata al sincero pentimento. Di Pietro il Vangelo dice “pianse amaramente”. Anche Giuda si pentì e riportò al Sinedrio il prezzo del tradimento, ma l’epilogo appare diverso, non ha confidato nella Divina Miserricordia. Di trattamenti apparentemente diversi ce ne sono tanti: Zaccaria era rimasto muto perchè incredulo sulla maternità di Elisabetta, Maria no allorchè ha detto “come è possibile ciò, non conosco uomo”. Solo il Signore è in grado di scrutare nell’intimo.

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