Il Dio dell’Antico Testamento la Bibbia ce lo presenta con un nome proprio. Gli ebrei per rispetto rifiutano di pronunciarlo. Le quattro consonanti che lo formano sono dette tetragramma. Jhwh (tetragramma sacro) è stato sostituito dall’appellativo ’adonaj (da ’dwn)* «Signore» (lo si ritrova in parecchie traduzioni della Bibbia, la prima è quella greca della settanta), oppure, nei casi in cui il sostantivo ’adonaj precede il tetragramma sacro, si ricorre alle vocali di ’elohim (= Dio) senza che le consonanti relative vengano annotate a margine.
Si tratta del cosiddetto qere perpetuo: una sorta di errata-corrige che sostituisce il tetragramma sacro con un diverso appellativo.
Oggi la tendenza nel giudaismo è quella di usare il sostituto hašem «il Nome (sia benedetto)», oppure «Santo Nome».
Geova?
La forma errata jehowah «Geova» ebbe origine perché i cristiani del Rinascimento non capirono la lezione masoretica e non ne tennero conto. I masoreti (sono coloro che hanno vocalizzato il testo ebraico aggiungendo annotazioni a margine) tuttavia non inserirono esattamente le vocali richieste dalla loro pronuncia. Se lo avessero fatto il risultato sarebbe stato jahowah, infrangendo così il tabù che essi volevano evitare se la prima sillaba avesse contenuto una vocale di suono a. Perciò scrissero jehowah usando, per così dire, il segno vocalico più neutro che conoscevano lo šewa. Anche la grafia jehowih per ’elohim non infrange il tabù. Queste grafie pertanto provano indirettamente che la prima sillaba non contiene una «e» o un suono vocalico affine .
* Adotto una traslitterazione semplificata dell’ebraico che rileva le consonanti mentre per le vocali non distingue la loro lunghezza.